lunedì 29 settembre 2008

La sfida della morte

Nel paese più lontano del mondo, chiamato Totle, c’era un castello. Un giorno il re Giuseppe lanciò una sfida: si doveva trovare una piuma di falco nella montagna Pep. Quello che l’avesse trovata sarebbe stato re per dieci anni e si sarebbe sposato con sua figlia, la principessa Virginia, la più bella del paese. Il primo a cercare la piuma del falco fallì e il secondo anche. Ma il terzo era un principe di un paesino più lontano di Totle. Il principe si chiamava Francesco Magno. Francesco aveva dovuto conquistare prima tutta l’Africa e la Spagna settentrionale. La seconda prova fu più difficile: doveva passare per un bosco con molti guerrieri assassini. Il principe e il suo cavallo lottarono per un’ora e mezza, perché non riuscivano ad ammazzare nessuno, ma alla fine li uccisero uno per uno e poterono attraversare il bosco. Alla fine veniva l’ultima prova e poi la montagna. Nell’ultima prova Francesco era molto nervoso ma il cavallo gli diede una caramella per i nervi. Dovevano passare per una corda molto sottile e molto lunga. Prima di cominciare si ricordò del discorso che il re aveva fatto sulle tre prove della sfida. Doveva chiudere gli occhi e avere fede; lo fece e la superò. Dopo prese la piuma della montagna e vinse la sfida. Il principe e la figlia del re ebbero la vita più bella del mondo!

Fabrizio G.


mercoledì 24 settembre 2008

Paolo eroe segreto

C`era una volta un ragazzo di quindici anni. Si chiamava Paolo, era alto, grosso, con gli occhi celesti e i capelli biondi.
Viveva in un paese chiamato Voncierte. Lui non aveva una buona vita, perché questo paese, che si trovava a nord di Loapo, era molto povero. Siccome il ragazzo non aveva una buona vita, perché non aveva né genitori, né fratelli, né sorelle, se ne andò da lì.
Dopo due anni di viaggio, arrivò in un altro paese chiamato Gennatiar. Lì tutta la gente era molto buona; il posto era Granate, aveva molti negozi e c`era molto lavoro, il che era perfetto per Paolo. Andò a cercare una casa e un lavoro. Trovò una casa bellissima, con una posizione geografica ideale. Tutto era bello, ma ancora non aveva lavoro e così non poteva vivere. Cercò e ricercò, ma non trovava niente: era tutto molto caro per lui. Ma un giorno iniziò a scoprire che aveva dei poteri; li scopriva giorno per giorno e così decise di fare l’eroe.
Cominciò ad essere un salvatore: aiutava i matti che si volevano uccidere e salvava le persone dai ladri. Così fu conosciuto da tutta la popolazine ma non con il suo nome: tutti lo chimavano il signor “Identità Segreta”.
Un giorno “Identità Segreta”, cioè Paolo, sparì; tutti dicevano che era un coniglio e che se ne era andato. Invece lui era stato rapito da dei ladri. Stava molto male, perché la gente aveva ricominciato a fare delle cose assurde e i ladri a rubare.
Paolo domandava cosa succedeva, e i ladri rispondevano che se avesse continuato a parlare in tre secondi lo avrebbero ammazzato.
Così stette due anni e mezzo; ma un giorno apparve una persona che nessuo si aspettava, un nuovo eroe: si chiamava “Il Signor X”.
Lui si riunì con il capo di quel paese. Dopo molto tempo di riunione chiarirono le cose: decisero che il nuovo eroe doveva cercare il signor “Identità Segreta”.
Passarono dei mesi e un giorno finalmente trovò l’eroe più amato, e tutto finì bene.

Tomás G.


Trocates e la spada di fuoco

Molti anni fa il re di un paese decise che si doveva espandere per essere più forte. Ma c’era un problema: il re dei diavoli aveva dichiarato guerra a Metropolis, questo regno. I diavoli erano molto potenti e Metropolis non poteva vincere; ma aveva un eroe, che si chiamava Trocates.
Trocates andò a prendere la spada di fuoco che aveva il potere di bruciare i nemici. Ma per fare ciò Trocates dovette allontanarsi da Metropolis, perché doveva andare verso i giardini.
Il re dei diavoli, però, sapeva quello che voleva fare Trocates, così ordinò di ammazzarlo.
I diavoli lo inseguirono e quando lo stavano per ammazzare, all' improvviso lo spirito della spada di fuoco bruciò i diavoli.
Così Trocates sconfisse i diavoli e fu nominato cavaliere ed eroe di Metropolis.

Franco P.

Il principe Caspian X e il minotauro

Molti anni fa, in una reggia lontana, vivevano un re e una regina che avevano un figlio di nome Caspian X. Un giorno Caspian decise di andare a viaggiare per il mondo. Camminando per un sentiero solitario Caspian trovò una vecchietta, che gli disse di non proseguire per quel sentiero perchè per di lì si arrivava a un paese custodito dall’ingannevole minotauro mangia persone.
La vecchietta gli diede una spada che ti avvertiva se ti avevano ingannato. Caspian ringranziò la vecchietta. Dopo qualche giorno arrivò al paese, e infatti la prima "persona" che trovò fu il minotauro, che lo sfidò in una battaglia per il giorno dopo, all’alba, in quel posto. Caspian accettò la sfida.
Al mattino seguente si svegliò e andò nel luogo d’incontro con timore, perché in effetti la spada lo stava avvertendo dell’inganno: quando arrivò nel luogo d’incontro il minotauro non c’era.
Improvvisamente il minotauro lo aggredì da dietro ma lui, essendo più veloce, gli conficcò la spada nel cuore. Caspian X fu acclamato da tutto il paese con fuochi d’artificio. Inoltre la gente gli voleva dare la principessa in sposa, ma Caspian rinunciò. Decise di salvare altri villaggi viaggiando per il mondo.

Franco D.

Propp, Fripp e le loro avventure

Un giovane chiamato Propp abbandonò la sua casa perché suo padre aveva molto denaro, viaggiava spesso e lo lasciava sempre solo. Propp era molto simpatico, divertente e il più coraggioso del mondo. Quando il suo babbo stava fuori lui rimaneva a casa, accompagnato solamente dal suo cane Fripp. La sua infanzia passò molto rapidamente, perché giocava tutto il giorno con il suo cane. Ma un giorno decise di partire con Fripp e il suo arco.
Mentre vagava per il suo paese, trovò una vecchietta molto triste perchè suo figlio era morto in guerra; aveva delle frecce magiche e le regalò a Propp per pietà. Quelle frecce erano magiche perchè prendevano fuoco, ma poi si potevano trasformare in litri e litri d’acqua dopo essere state lanciate.
Due giorni dopo Propp arrivò in un paesino dove c’era un drago con dieci teste. Quel paesino era sottomesso e costretto a rendere tributo al drago: gli abitanti dovevano sacrificare cinque bambini ogni mese per darli in pasto al drago. Propp era tanto coraggioso che decise di ammazzarlo. Preparò le sue frecce, ma la vittima si rese conto e cominciò a lanciare palle di fuoco che ferirono il cane di Propp. Il giovane tirò dieci frecce che entrarono nelle dieci teste del mostro e si trasformarono in acqua. Per il fatto di aver ucciso il drago una giovane si innamorò di Propp.
Lui partì senza saper niente. Dieci km. dopo trovò un ponte chiamato “Ponte del Serpente”. La ragazza che lo aveva seguito lo avvisò del pericolo che c’era nell’attraversare il ponte, ma lui era molto coraggioso. A metà del ponte trovò un serpente marino gigante e l’amazzò con le frecce di fuoco.
La sua ammiratrice, che si chiamava Paula, gli dichiarò il suo amore e si sposarono e vissero felici per sempre.

Mateo

La ricetta magica: l’amore

Nel paese di Dorsuba c’era la miglior panetteria del mondo, la panetteria “Sweet Cake”. Tutti dicevano che la signora Roberti, la padrona, faceva le torte con una sostanza magica.
Nello stesso paese, tutti conoscevano il figlio di Marco, che era il capo di un gruppo di delinquenti che rubavano di tutto. Si chiamava Paolo e litigava moltissimo con la sua famiglia. Si sentiva come gridava di notte., fino a che decise di andarsene di casa per vivere in una casa sulla montagna e nessuno lo vide mai più.
Un giorno, quando la signora Roberti stava chiudendo il suo negozio, sentì un rumore molto strano. Aprì la porta di nuovo, ma non c’era niente. Quando si girò, vide un’anziana signora che le chiese un paio di monete. La signora, Roberti, la invitò a passare. In realtà era Paolo vestito da donna che voleva diventare ricco e famoso rubando la ricetta delle torte e stava cercando la forma di ingannarla. Disse che non aveva lavoro, né soldi e la povera signora Roberti, siccome era tanto buona, gli propose di lavorare nella panetteria con lei. Paolo, che ancora era vestito da vecchietta, accettò entusiasta.
Il primo giorno, fu normale con molti clienti. Il secondo giorno, Paolo chiese alla signora Roberti di prendere ancora pane bel ripostiglio, e quando lei entrò, Paolo la seguì di corsa ed entrò con lei. Lì si tolse la maschera e minacciò la signora Roberti di ucciderla se non gli avesse dato la ricetta. Lei gli spiegò che non c’era una ricetta, che era tutto fatto con amore, che l’amore era come una sostanza magica. Ma lui non ce l’aveva! La signora Roberti prese le chiavi dalle mani di Paolo e scappò. Dopo un po’ di tempo Paolo era ancora dentro il ripostiglio, quando arrivarono le guardie e lo portarono in carcere. La panetteria, come sempre, continuò ad essere la migliore.

Candela

domenica 14 settembre 2008

Il lupo Gianni e il caso 244

Questa è la storia di un lupo e di sua figlia, sequestrata da un leone che la voleva mangiare. Il lupo deve progettare un piano per salvarla, ma dovrà pagare al leone una somma di denaro… Buon divertimento!

Un giorno il lupo Gianni andava per il parco quando lo chiamarono al cellulare. Una voce diceva:
- Papà, Papà… aiutamiiiiiiiiii!!!! Mi ha preso un leone e mi ha portato in una casa in campagna!!! Aiutooooooooo… ahhhhhhhhhhhhhhhhh!!! pip, pip, pip -
Il lupo Gianni andò come un fulmine in questura e raccontò l’accaduto:
- Aiutatemi!!!!! – disse.
Un poliziotto gli chiese dettagli e lui, ancora una volta, raccontò tutto.
Dopo un’ora, il poliziotto cominciò a cercare la figlia del lupo Gianni, ma non ottenne buoni risultati.
Il giorno dopo squillò il telefono: erano i rapitori. Dicevano che se non ricevevano cento milioni di dollari avrebbero ammazzato sua figlia. Inoltre, gli dicevano di non dirlo a nessuno, perchè se no non l’avrebbe vista mai più.
L’animale, disperato, raccontò invece il dialogo alla polizia, che gli disse di cercare di scoprire attraverso il telefonino da dove proveniva la telefonata. Avrebbe però avuto bisogno di un identificatore. Il lupo Gianni gli lasciò il cellulare e se ne andò.
Il giorno dopo tutto l’esercito si mise al lavoro, portando anche il padre disperato al posto della consegna del denaro.
Quando arrivarono videro il leone dentro un camion della polizia. Gianni gli chiese:
-Perchè hai preso mia figlia? -
Il leone rispose:
- Io la volevo mangiare… Vi domanderete… perché? Il fatto è che è il mio istinto! Quando mi hanno portato in città non sapevo dove trovare da mangiare, per quello prendo la gente e la mangio -
Il lupo Gianni, sorpreso, disse:
- Bene, dategli un’altra opportunità! Non è colpa sua se lo hanno portato in città e il suo istinto gli fa mangiare la gente! -
E così, portarono il leone nella foresta amazzonica e il lupo e sua figlia vissero felici e contenti.

Facundo

La strega sporca

Circa mille anni fa c'era un regno molto ordinato e pulito. Nel castello principale, protetto dai draghi, abitava un re. Questo re si faceva il bagno cinque volte al giono e odiava i pidocchi. Siccome era un buon re, si preoccupava dei suoi sudditi.
Aveva un figlia bellissima, chiamata Eva, che aveva sempre delle trecce dorate e lunghe. Aveva quindici anni, era la principessa e viveva insieme a suo padre, che non le permetteva di avere un fidanzato.
Un giorno Eva andò a raccogliere dei fiori nel cuore del bosco. All'improvviso vide davanti a sè una casetta sporca e rotta. La porta era aperta. Si avvicinò alla porta silenziosamente, entrò e si nascose. Dentro c'era una vecchia strega, zoppa e sdentata, che stava preparando un incantesimo contro il re: lo voleva trasformare in una persona maleducata, sporca e rozza.
La principessa, che era riuscita a non farsi vedere dalla strega, starnutì, e la strega la scoprì. Ma Eva era molto furba e veloce e riuscì a scappare via portando con sè il libro con gli incantesimi.
Cosicché, tornata al castello, consegnò il libro a suo padre che era tutto sporco, pieno di pidocchi e disperato. Il re si rese conto che per rompere l'incantesimo aveva bisogno di un sapone speciale. Disse allora al popolo che a colui che glielo avesse portato, sarebbe stato concesso di esprimere un desiderio.
Due giorni dopo, proprio il ragazzo di cui Eva era innamorata arrivò con il sapone per il re. Il re si lavò e tornò alla normalità. Il ragazzo di sedici anni che aveva procurato al re il sapone speciale chiese come desiderio di potersi fidanzare con Eva. Il re glielo concesse, mantenendo così la promessa.

Clara

sabato 6 settembre 2008

Storia di un povero soldato

C'era una volta una città, di nome Abdera, che era stata conquistata dai barbari.
Questo popolo era molto crudele, soprattutto il suo re, Ulrico. Lui voleva distruggere la città, ma aveva accettato il fatto di non sottomettere ed uccidere gli abitanti di Abdera, a patto di poter sposare la bellissima principessa Mia, figlia del re della città. La giovane piangeva sconsolata notte e dì, perché sapeva che Ulrico era molto brutto e sgradevole.
Un giovane soldato chiamato Sebastian, che era innamorato di Mia, volle impedire il matrimonio e andò a cercare la strega dei monti, che abitava molto lontano dalla città. Arrivato lì, chiese alla strega uno strumento per poter uccidere Ulrico. La vecchietta gli consegnò una spada magica, con la quale lo poteva eliminare più facilmente. Lui la ringraziò e se andò.
Il giorno delle nozze, mentre Ulrico passeggiava, Sebastian prese la spada e lo uccise.
La notizia arrivò subito al palazzo reale. Tutti piangevano, tranne Mia.
Senza il loro re, i soldati invasori decisero di abbandonare la città. Sebastian andò al palazzo e disse a Mia che lui aveva ucciso Ulrico perché era innamorato di lei e non voleva che lui la sposasse. A queste parole, Mia lo ringraziò e il giovane le propose di sposarsi con lui. Mia accettò e il giorno seguente si celebrarono le nozze.

Carmela

Le mie migliori amiche

Io sono Eva e ho tre migliori amiche che si chiamano Mechi, Sol e Fran.

Prima parlerò di Francesca. Ha dodici anni ed è molto carina, è affettuosa e molto divertente, perché fa sempre delle facce molto strane e per questo la chiamiamo “Stuart Little”! È bassa, ha gli occhi chiari e i capelli castani. Non si arrabbia mai con me e spesso mi compra un alfajor di frutta.

Sol è una bambina molto buona e responsabile. Per me è la seconda più carina. Si arrabbia poche volte, quasi tutte con mia sorella, ma dopo due o tre giorni fanno pace. Ha gli occhi scuri come il cielo e i capelli biondi. Io la chiamo “peschetta”.

Mechi è molto maschile. Le piace il calcio, è molto divertente e, come Sol, anche lei è molto simpatica. Ha i capelli castani e gli occhi marroni.

Eva